Che cos’è il monossido di carbonio?
Il MONOSSIDO di CARBONIO (o ossido di carbonio o ossido carbonico - formula CO), è un gas velenoso particolarmente insidioso in quanto inodore, incolore e insapore.
Il monossido di carbonio non esiste libero in natura in quanto, pur avendo una molecola molto stabile, reagisce in presenza di ossigeno, formando anidride carbonica.
Viene prodotto da reazioni di combustione in “difetto di aria” di composti organici (gpl, butano, legno, carbone, stoffa, ecc).
Miscelandosi molto bene con l'aria, può forma miscele esplosive e penetrare facilmente attraverso pareti e soffitti. In presenza di polveri metalliche finemente disperse la sostanza forma metallo-carbonili tossici e altamente infiammabili.
Per le sua difficile identificazione senza appositi strumenti e l'elevata mortalità delle vittime colpite da intossicazione, nella cultura popolare italiana si è tristemente guadagnato l'appellativo di "morte bianca".
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fonte:
"Scheda internazionale di sicurezza chimica ICSC0023"; Center for Disease Control and Prevention; 1600 Clifton Rd. Atlanta; GA 30333; USA
Da dove si origina principalmente?
Fughe accidentali in ambiente domestico in cima alle statistiche europee e italiane: tra le cause più comuni impianti di riscaldamento difettosi e non revisionati.
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fonte:
"Cause di morte, ultimi dati a disposizione"; ISTAT; Classificazione analitica 986
Segni e sintomi dell'avvelenamento
L'intossicazione evolve rapidamente in base alla concentrazione in aria ambiente in cui si trovano le vittime. La valutazione primaria del paziente (ABC) può nascondere le reale stato di salutedi quest'ultimo.
Numerosi studi clinici sottolinenano l'importanza del rilevatore di CO per per le squadre di soccorso.
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fonte:
Zenz, C., O.B. Dickerson, E.P. Horvath. Occupational Medicine. 3rd ed. St. Louis, MO., 1994
NIOSH Pocket Guide. National Institute for Occupational Safety and Health of the U.S. Department of Health and Human Services, 1998
Leikin JB, Carbon monoxide detectors and emergency physicians, Am J Emerg Med 1996; 14: 90-94
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